top of page
Immagine del redattoreRiccardo Urso

"I M" is the new J!

Come accadde anche 4 anni fa con il nuovo logo della Juventus, il rebranding dell’Inter (nuovo logo e visual identity) ha suscitato giustamente clamore, divisioni e i soliti miliardi di commenti; perché in Italia, si sà, siamo un po’ tutti allenatori di calcio… ed esperti di graphic design!

Rispetto al nuovo logo della Juve del 2017, però, in questo caso il re-design dell'immagine visiva nerazzurra è andato a mio parere in una direzione opposta. Ma procediamo con ordine…


Nuovo logo dell'Inter I M Inter
Screenshot della nuova campagna Instagram


Un po’ di storia.


La genesi del Football Club Internazionale Milano e del relativo stemma è interessante: Giorgio Muggiani, rampollo di una benestante famiglia di commercianti milanesi, di ritorno dalla Svizzera dove studiò e dove si appassionò al gioco del calcio diventando tifoso della squadra del San Gallo (neo-vincitrice del campionato svizzero), divenne socio del Milan Foot-Ball and Cricket Club.

Disaccordi con il presidente lo portarono però, nel marzo del 1908, a fondare insieme ad altri 43 soci italiani e svizzeri dissidenti, in una saletta del ristorante L’Orologio alle spalle del Duomo, il Football Club Internazionale Milano.

La scelta dei colori della prima versione dello stemma societario (e quindi, indirettamente, anche delle maglie), disegnato dallo stesso Muggiani e ispirato a quello dei club inglesi, sembra che sia nata dalla volontà di contrapporsi proprio al rosso e nero delle maglie del Milan, utilizzando la punta blu delle matite a due colori (rosso e blu, appunto) disponibili allora prima dell’avvento dei pennarelli.


La composizione con le quattro lettere F C I M sovrapposte, la possiamo ritrovare, più o meno rivisitata, nella maggior parte delle versioni nel corso degli anni, fino a quella attuale prima del re-design presentato nei giorni scorsi e che diventerà lo stemma ufficiale dalla prossima stagione.


Giudizi personali.


Riprogettare l’identità visiva di una squadra sportiva, e soprattutto di un importante club calcistico in Italia, penso che sia un’attività veramente tosta, perché si tratta di intervenire su qualcosa di sacro; si andranno per forza a mettere le mani sui simboli e i colori di quella che è definita giustamente una fede, suscitando reazioni potenzialmente esplosive. (Ricordiamoci, ad esempio, la vicenda della versione verde delle maglie della Nazionale Italiana…).


Al di là dei gusti stilistici personali e sicuramente opinabili, ritengo che il lavoro svolto dal Marketing dell’Inter e dallo studio tedesco Bureau Borsche, sia stato svolto molto bene: l’idea e gli obiettivi (da ciò che ho potuto vedere e dalle interviste lette ai principali responsabili del progetto) mi sono sembrati chiari e realizzati in modo coerente, pulito ed efficace.


Penso che l’imminente scudetto in arrivo sulle maglie nerazzurre dopo tanti anni (🤘vedo già corna e altri riti scaramantici partire e una serie di maledizioni arrivare al mio indirizzo 😁) abbia preparato un clima positivo e favorevole nell’ambiente interista, ma, dopo un primo giro di opinioni tra i miei tanti amici di fede nerazzurra, l'impressione è che l’operazione rebranding, con il nuovo stemma, un rinnovato e più vivace azzurro (che si avvicina molto al famoso stemma del biscione degli anni '80) e la relativa campagna “I M” siano state accolte favorevolmente dalla maggior parte dei tifosi.


Campagna Instagram del rebranding Inter
Altre immagini dal profilo Instagram dell'Inter

Penso che l’accento posto sulla coppia di lettere I M del poker disegnato da Muggiani a inizio secolo, sia stata una scelta intelligente, strategica e sicuramente in linea con l’obiettivo di aprirsi ad un’audience più ampia, giovane e internazionale, mantenendo però una connotazione di brand fortemente legato alla città di Milano.


È proprio in quest’ultimo aspetto, tornando alla considerazione iniziale, che colgo la differenza sostanziale con la nuova identità trasmessa dalla Juventus con lo stesso tipo di operazione nel 2017: da una parte la perdita di ogni riferimento territoriale in favore del lifestyle bianconero, dello stile juve da declinare anche nei diversi settori extra-calcistici; dall’altra un legame ancora più forte con la città di Milano, ben rappresentato dalla campagna “I M (I Am) /Inter Milan”.


 

Se ti è piaciuto l'argomento, ti consiglio di leggere anche l'articolo sul recente cambio di immagine del brand Burger King.

92 visualizzazioni0 commenti

Post recenti

Mostra tutti

Comments


bottom of page