INTRO /
A quarantacinque anni suonati posso affermare che la mia generazione, dalla fine degli anni ’70 al primo decennio del 2000, ha potuto assistere alla nascita e allo sviluppo di tecnologie che hanno prodotto enormi cambiamenti nel modo di fruire la musica. Difficilmente riesco ad immaginare in un futuro prossimo un altro periodo simile a quello.
I miei primi personali dischi a 45 giri sono stati: Born to be Alive di Patrick Hernandez (1978) e I Was Made for Loving You dei Kiss (1979). In quegli anni nessuno parlava di "vinili"; anzi, penso che nessuno sapesse neanche che cosa fosse il vinile. C’erano i 45 giri e gli LP. E il solo fatto che esistesse un lato A e un lato B di ogni disco già mi fa pensare a quanto sia stato radicale il passaggio al formato del CD, sia per quanto riguarda la fruizione che la progettazione dell’album.
La mia dolce metà sta ultimando la raccolta dei vinili dei Beatles in edicola. All’inizio mi sembrava un po’ una cosa inutile, soprattutto perché in casa non avevamo neanche il giradischi e non ne sentivo l’esigenza. Inoltre non ho mai amato i Beatles. Qualche giorno fa, però, è arrivato il giradischi comprato su Amazon e così ho messo su il disco con la loro copertina più bella: Sgt. Pepper’s Lonely Heart’s Club Band. Con un po’ di fatica (le tracce sono tutte un po’ “attaccate”) sono andato al finale di Good Morning Good Morning, quando entra la “ripresa” di Sgt. Pepper’s Lonely Heart’s Club Band e, dopo neanche un minuto e mezzo, partono degli applausi prima dell’inizio di A Day In The Life; a quel punto mi sono reso conto di quanta creatività ci sia in quella sola sequenza di tracce musicali.
Adesso, tu che stai leggendo, prova ad andare su Spotify per ascoltarti questi cinque/sei minuti di musica... sperando di non venire interrotto dai 30 secondi di pubblicità (sempre che tu non abbia il pacchetto premium).