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Immagine del redattoreRiccardo Urso

Copyright vs Right Copy.

Ieri ho ricevuto il mio primo copyright strike da parte di YouTube!


Nella mail mi informano di aver ricevuto una segnalazione di violazione del copyright per il video “Ingegneri a Confronto” pubblicato sul mio canale di YouTube.

Screenshot iniziale del video Ingegneri a Confronto su YouTube

Premetto che il suddetto canale non è iscritto a nessun programma di monetizzazione.

Non ne avrebbe neanche i requisiti, visto che le 260 ore di visualizzazione dei video pubblicati sul mio canale nell’ultimo anno sono ben lontane dalle 4000 richieste dal partner program di YouTube. E soprattutto visto che mi mancano ancora circa 970 iscritti al canale per arrivare al minimo indispensabile di 1000!

Non ho mai pensato di poter guadagnare qualcosa da quel canale: i (pochi) video che pubblico sono, come dire… delle cazzatine che mi diverto a produrre nel tempo libero. Mi servono più che altro come spunto più o meno divertente per stimolare la riflessione sugli argomenti di cui scrivo sui miei blog personali (quello che stai leggendo e ilricky.com): Design Strategico, Musica, Marketing e mondo della Comunicazione in generale.

Nel video colpito dalla scomunica di YouTube, mettevo a confronto, in una sorta di surreale montaggio incrociato, alcuni secondi del video in cui Matteo Salvini, con elmetto da capocantiere, celebrava "l’orgoglio italiano" del nuovo ponte di Genova (facendo vedere i famosi “pannelli di metano”) e alcuni estratti di video dell’Ingegner Cane, lo strepitoso personaggio creato da Fabio De Luigi, alle prese con il modellino del ponte sullo Stretto di Messina.

Meta Description del video: “I ponti: la colonna portante di ogni sana propaganda politica!”.


I pochi secondi del video, visualizzato poco meno di 24.000 volte, serviva da contorno per una breve analisi sulle tristissime modalità di comunicazione tipiche di un po’ tutti i principali personaggi politici italiani (e non solo) contemporanei.

Appena ho letto l’oggetto della mail di YouTube (“Your video has been taken down from YouTube”), ho subito pensato che l’entourage, l’ufficio stampa o il social media manager dell’ingegner Salvini, avessero visto il video e ne avessero richiesto giustamente la rimozione.

Con mia sorpresa, il reclamo arriva invece da quelli di Mediaset che, legittimamente, reclamano i diritti di proprietà su quei pochi secondi estrapolati da una puntata di “Mai Dire Story”.

Poco da dire… Dopo essermi sorbito l’obbligatorio e allucinante cartone animato riabilitativo prodotto da YouTube, ho contattato, così per sfizio, la redazione di Mediaset; ma ovviamente non procederò con nessuna contro-notifica.


Al massimo chiederò i danni alla piattaforma di video-streaming per la visione forzata di quel suo filmato. E se mi andrà di culo magari diventerò il nuovo Alex DeLarge, vittima dell'RCVC ("Rehab Coatto da Violazione del Copyright"), versione 3.0 della "Cura Ludovico" di Arancia Meccanica!


Il video "riabilitativo" non era esattamente questo, ma un altro molto simile...

Considerazioni finali su copyright, processo creativo e ipocrisia audiovisiva.


Tutta questa inutile vicenda mi ha fatto pensare a tante cose: ad esempio a quanto sia facile far rimuovere (o non far proprio pubblicare) un contenuto video dalle varie piattaforme social e a quanto, invece, sia facile eludere tecnologicamente i controlli o evitare le sacrosante controazioni legali per chi ogni giorno pubblica, su server ballerini dislocati in giro per tutta Europa, migliaia di contenuti originali prodotti da altri.

Mi riferisco ad esempio agli incontri sportivi distribuiti illegalmente e fruiti dagli utenti furbetti che si guardano la partita senza pagare l’abbonamento, come invece fanno tutti gli altri stronzi abbonati a Sky o DAZN.

Tempo fa ho commentato il post di un mio collegamento di LinkedIn, il quale consigliava un sito (non ne ricordo l'indirizzo) dal quale era possibile scaricare i più svariati testi in formato PDF senza pagare un euro.


Ovviamente tutti commentavano ringraziando per la segnalazione e linkando a loro volta altre pagine simili.


Incredibilmente nessuno, tranne me, poneva dubbi sulla legalità di quel servizio e neanche su quanto fosse eticamente scorretto scaricare gratis quel materiale.

Probabilmente perché, per tutte quelle persone, scaricare un manuale di Marketing utile per il proprio lavoro era consentito e giusto: d’altra parte mica stavano scaricando il PDF della saga di Harry Potter o l’ultima “opera” di Fabio Volo.

Infine mi chiedo: è più malata, criminale o pornografica la mia attitudine alla reinterpretazione/ricontestualizzazione artistica/creativa di pochi secondi audiovisivi prodotti da altri, o, che ne so, il repost del video della cabina della funivia del Mottarone che scivola all’indietro, per raggranellare preziosissime views e interazioni suscitando le immancabili prese di posizione polarizzate su quanto sia stato opportuno o sbagliato mostrare quel video?

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