"Quanto potrebbe costare un corso online che in 48 ore ti spiega tutto su LinkedIn, Google, WhatsApp e Telegram? 999 euro? Sì, probabilmente potrebbe costare 999 euro. Ma visto che siamo sotto Natale (in realtà siamo quasi a maggio, ma non importa), solo alle prime persone che si iscriveranno, lo regaliamo a 46 euro! Insieme ad un mini-corso in omaggio su come funziona l'Inbound Marketing!"
Quelle appena lette sono le parole contenute in uno dei video in cui un noto dj/presentatore/imprenditore brianzolo spiega a modo suo i motivi per cui non dovrei perdermi la favolosa opportunità di imparare tutto ma proprio tutto su LinkedIn e il social-selling in sole 48 ore e, solo per l’occasione, a soli 46 euro a fronte di un valore effettivo del corso di 999 euro!
In realtà, le inserzioni relative all'offerta in questione hanno iniziato a girare sul mio feed di Facebook a inizio anno. Mi ricordo bene il periodo: da un po' di giorni l’algoritmo impazzito di Facebook, non capisco in base a quale profilazione o attribuzione di interessi, mi faceva visualizzare una serie inspiegabile di pubblicità di rasoi pubici e mutandine mestruali; quindi fui sollevato finalmente dalla vista di una più pertinente sponsorizzazione di questo imperdibile corso online per trovare lavoro con LinkedIn, "il social del momento".
Per curiosità, allora, avevo deciso di approfondire l’argomento sorbendomi una videopresentazione incorporata in una sgargiantissima pagina di un sito, durante la quale lo stesso dj/imprenditore presentava quello che sarebbe dovuto diventare il mio coach/mentore, nel caso avessi deciso di investire i miei 46 euro nelle 48 ore di formazione.
A quel punto, un po’ meno incuriosito e un po’ più frastornato dalla palette di colori fluo e dalla parlantina del dj, mi spostai su LinkedIn per visitare la pagina ufficiale del potenziale mentore (un clamoroso esempio di come non si dovrebbe progettare un profilo LinkedIn) e, cliccando su “visita il nostro sito web”, ricordo che mi si aprì la classica pagina di esempio di Wordpress con la scritta di default “Ciao mondo!”.
Attraverso il servizio di messaggistica di LinkedIn, segnalai la cosa al mentore, il quale, dopo aver dato ovviamente la colpa al proprio webmaster (come si usa fare spesso ultimamente), mi ringraziò chiedendomi se l’aggettivo “clamoroso” con cui avevo definito il loro corso fosse ironico.
Risposi che il “clamoroso” era in effetti ironico e riferito allo stile da televendita utilizzato per promuovere il prodotto.
Gli feci anche notare che, come lui probabilmente sapeva in quanto "esperto di marketing", il prezzo fa parte del prodotto: è un elemento fondamentale, delicato e strategico dell’offerta e comunica al pari di tutti gli altri elementi del sistema-prodotto.
Personalmente, quando vedo un'offerta così svenduta, mi creo già una mia personale idea pre-giudiziale di quel prodotto. E il pre-giudizio è proprio ciò che chi comunica per vendere dovrebbe evitare che si formi nella mente di chi ascolta.
Nel mio caso, l’idea personale precostituita era stata rafforzata da quel profilo LinkedIn rinunciatario, con informazioni scarne e non aggiornate e quel link sbagliato. E chissà quanti come me avranno avuto lo stesso atteggiamento distorto di fronte a quelle videopromozioni; soprattutto per un corso relativo ad un social media che dovrebbe essere più professionale e meno mainstream rispetto ad altri.
Spero di sbagliarmi, ma secondo la mia personalissima impressione, questo tipo di comunicazione è un segnale, insieme a tanti altri piccoli indizi, dell’involuzione che sta avendo LinkedIn verso un modello sempre più simile all’unico grande ecosistema di tutti i social media attuali (raccontato fra l'altro nella recensione dell'interessante "The Social Dilemma"): un mondo in cui ciò che conta è la quantità, il numero di visualizzazioni, la capacità di trattenere gli utenti, l’ampiezza della propria platea di follower a discapito della qualità e dello scambio di effettivo valore.
Esattamente il contrario di ciò che dovrebbe rappresentare un social network come LinkedIn.
Il mentore/digital coach/marketer rispose al mio messaggio privato scrivendo che il commento lo aveva “confortato molto rispetto agli obiettivi preposti”... 🤔 Gli risposi con un bel 👍, per troncare la conversazione fingendo di aver capito il motivo del suo conforto e ritornai al mio ecosistema regolato da quell’algoritmo un po’ ingenuo, nascondendo dal mio feed le fastidiose inserzioni del dj/imprenditore/startupper e concludendo che probabilmente era meglio la pubblicità del rasoio Pallelisce™ e delle mutande per il ciclo mestruale...
PS Ovviamente, dopo quasi 4 mesi, la pagina LinkedIn dei formatori è sempre la stessa. Però adesso il link al sito ufficiale porta ad una homepage personalizzata, con il logo ufficiale... e con una bella scritta "COMING SOON"!
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